L’Implantologia è la branca dell’odontoiatria, che utilizza l’inserimento di impianti artificiali all’interno delle ossa mascellari del paziente in sostituzione delle radici naturali dei denti. Queste “radici” artificiali, una volta osteointegrate (cioè fissate all’osso che le circonda), vengono utilizzate come ancoraggio per sostenere e/o bloccare protesi fisse o rimovibili (vedi la voce PROTESI).
Gli impianti possono sostituire un dente singolo (corona su impianto), un gruppo di denti ravvicinati (ponte su impianti) oppure possono servire a stabilizzare una protesi totale superiore o inferiore (overdenture). Attualmente gli impianti sono quasi tutti in TITANIO e presentano forme diverse : cilindrica,cilindrica filettata,conica ecc. mentre sono sempre meno utilizzati gli impianti a lama ad ago e a griglia.
L’obiettivo da raggiungere dopo l’inserimento di un impianto endosseo è l’”OSTEOINTEGRAZIONE” cioè un contatto intimo fra l’osso e la superficie dell’impianto stesso.
L’implantologia prevede principalmente due tecniche chirurgiche :
- La TWO STAGE (o due stadi) che prevede una prima fase “sommersa” durante la quale gli impianti devono rimanere sepolti sotto la gengiva per 2-4 mesi, senza essere sottoposti a nessun tipo di contatto o carico protesico e una seconda fase che prevede la riapertura della mucosa e la connessione dell’impianto alla protesi.
- LA ONE STAGE (un solo stadio) nella quale l’impianto viene inserito e lasciato transmucoso non dovendo reintervenire per “scoprirlo” con una seconda fase chirurgica. Si potrà anche in questo caso lasciar guarire per 2-4 mesi o caricare subito gli impianti con una protesi provvisoria o definitiva, applicando in questo modo il cosiddetto “CARICO IMMEDIATO”.
Ognuna delle due tecniche ha indicazioni e controindicazioni e va scelta a seconda delle molte valutazioni che devono essere fatte in fase diagnostica, ad es. :
- qualità e quantità e morfologia dell’osso
- quantità e qualità della gengiva
- la zona della bocca (se con valenza più estetica o masticatoria)
la necessità del paziente di avere un CARICO IMMEDIATO o dilazionato per motivi sociali e di praticità
- ecc.
Le valutazioni vanno fatto con l’analisi clinica (vista), gli esami radiografici (ortopantomografie, TAC, radiografie endoorali ecc.) esami del sangue (quando si ritengano necessari), valutazione dello stato di salute generale del paziente (anamnesi), modelli di studio in gesso ( per valutare l’occlusione), ecc.
Un impianto ben Osteointegrato (dopo circa 2-4 mesi) presenta delle caratteristiche cliniche che ne garantiscono la buona riuscita e che vengono definiti CRITERI DI SUCCESSO e che possono essere riassunti in :
- Assenza di dolore
- Assenza di mobilità
- Assenza di infezione
- Assenza di radiotrasparenza (alone scuro nelle radiografie) attorno all’impianto
Gli impianti hanno una vita pressoché illimitata se viene praticata una manutenzione quotidiana (da parte del paziente) e professionale ciclicamente (da parte dell’odontoiatra o dell’igienista dentale).
Anche gli impianti però possono avere dei problemi, come del resto le radici dei denti naturali. I rischi più grossi che corrono sono :
- La peri-implantite ossia una infiammazione-infezione delle strutture attorno all’impianto, con conseguente perdita dell’osteointegrazione e a volte dell’impianto stesso.
- La frattura di alcune componenti protesiche quali viti di connessione, corone ecc.
- La frattura dell’impianto stesso per carico protesico eccessivo o scorretto
Quindi una protesi precisa e ben bilanciata e una corretta igiene orale quotidiana possono prevenire questi problemi.
IL BRUXISMO (digrignare i denti in maniera anomala e soprattutto di notte) è una patologia spesso legata allo stress ed è in costante aumento nelle popolazioni occidentali. Questi pazienti vanno protetti con delle placche in resina(bite) per evitare che procurino danni alla dentatura naturale e alle protesi su impianti e su denti naturali.